ARIA

La visione di Thomas Saraceno

Non mi è bastata una volta, ci sono ritornato a Palazzo Strozzi a vedere la straordinaria mostra su Thomas Saraceno e la sua visione del mondo, così coerente con moltissime letture e approfondimenti a cui mi sto dedicando negli ultimi anni, così simile alla mia… ed enormemente più affascinante e poetica, pur basata su solide argomentazioni scientifiche.

Appena giunti nella corte del Palazzo si viene accolti da tre sfere fluttuanti, gonfie di aria e dalla superficie che alterna la trasparenza allo specchio riflettente.

Il titolo dell’installazione site specific è Thermodynamic Constellation e segna il passaggio dall’uomo al centro dell’universo all’uomo come parte di un tutto interconnesso e inscindibile, metafora di una nuova solidarietà tra uomo e ambiente, espressa dalla comunità artistico-scientifica Aerocene, fondata dall’artista.

Il parallelo con Leonardo è immediato. Fu lui, nel Rinascimento, colui che più di ogni altro dedicò tutta la sua opera alla sintesi tra arte e scienza, affermando in ogni sua ricerca e rappresentazione artistica la connessione tra tutti gli esseri viventi e l’importanza delle relazioni reciproche tra ogni elemento dell’universo, in un tutto organico e sistemico.

Le sfere di Saraceno sono prototipi sperimentali nell’ambito del progetto che lo ha visto protagonista di lunghe trasvolate in mongolfiera con la sola propulsione del vento e dell’energia solare, sfruttando le correnti ascensionali. Imprese che gli hanno fruttato numerosi premi e riconoscimenti.

Il messaggio è chiaro: ripensare il paradigma di sviluppo basato sui combustibili fossili e compiere la transizione verso l’energia solare per mantenere l’aria libera dalle emissioni climalteranti.

Proseguendo si giunge alla prima sala in cui l’installazione, dal titolo Connettoma, è composta da una serie di poliedri a specchio tenuti insieme e sospesi con cavi sottili, che mettono in connessione le forme geometriche con l’ambiente circostante in un gioco di riflessioni e trasparenze in cui anche il visitatore viene coinvolto e avviluppato.

Il connettoma è la rete neuronale tra il cervello e gli altri organi, l’insieme delle connessioni nervose di un organismo che muta continuamente a seconda delle emozioni e delle relazioni reciproche che si instaurano tra le varie parti.

I frammenti riflessi dai prismi, in cui ricadono anche parti dei visitatori, rappresentano la connessione tra mondo interiore di ciascun individuo e il cosmo.

La terza è la sala del Balooning, una tecnica che permette ai ragni di lanciare a grandi distanze i loro resistentissimi fili di seta che, trasportati dall’aria, vanno a fissarsi su rami o altro, dando inizio alla creazione della ragnatela. L’installazione qui e di straordinario effetto perchè, in una stanza buia, i fili di nylon fluttuano e vengono mossi dallo spostamento d’aria prodotto dai visitatori con il loro semplice movimento e con i suoni emessi, rendendo evidente l’effetto nel migliore dei modi e, ancora una volta, dimostrando la connessione tra tutti gli elementi presenti nello spazio.

I ragni riescono così a spostarsi per varie decine di chilometri e raggiungere altezze fino a 4.000 metri!

Nella sala Habitat una serie di teche in vetro, illuminate da spot sapientemente orientati, mostrano varie tipologie di ragnatele, assimilate a veri e propri agglomerati viventi, dal piccolo aggregato naturale fino alle città e alle metropoli complesse. Il riferimento alle città svela l’ammirazione di Saraceno per Italo Calvino, che conosce molto bene ed per lui fonte di ispirazione… a partire da Le città ideali.

Le ragnatele sono create da Saraceno facendo lavorare a turno varie specie di ragni, ciascuna delle quali ha la sua tipologia di ragnatela, ottenendo strutture complesse che non si ritroverebbero in natura e dimostrando il valore della collaborazione tra soggetti diversi, per raggiungere risultati inaspettati e originali, in una sperimentazione continua.

Proseguendo si giunge nella sala della Rete cosmica in cui si pone il focus su come stelle, pianeti e satelliti, grazie alla forza di gravità, si raggruppino in nuclei e strutture complesse, per poi raggrupparsi ancora in galassie, in una alternanza di mondi con maggiore o minore densità di materia.

Saraceno usa un laser scanner per evidenziare la diversa densità di filamenti e la complessità di strutture di varie ragnatele, in analogia con il cosmo, affermando ancora una volta l’esatta corrispondenza tra micro e macro.

Nella sala Particella, Saraceno evidenzia le particelle presenti nell’aria, mostrando con sapienti fasci di luce e proiezioni il pulviscolo presente nell’aria e le vibrazioni sonore, ancora una volta in chiara relazione tra loro, concatenati da stretti rapporti di causa-effetto.

Il pulviscolo è un chiaro riferimento al particolato solido, fine e ultrafine, che sospeso nell’aria finiamo per respirare con conseguenze per la nostra salute.

L’Eclisse è un fenomeno che si realizza quando alcuni pianeti si trovano in allineamento e uno di essi si frappone tra la fonte di luce e il corpo illuminato, determinandone l’oscuramento, fino al punto di “farlo sparire”.

L’allestimento di Saraceno è un piccolo cosmo fatto di sfere in fluttuazione nell’ambiente, proiezioni e ombre, in cui il visitatore viene immerso e svolge ancora una volta il suo ruolo di partecipante al fenomeno.

L’intento è creare una relazione dell’uomo con il sole e gli altri corpi dell’universo, alla ricerca di una nuova armonia.

Resilienza indica la capacitàdi un corpo di resistere alla rottura. Negli ultimi anni viene usato per indicare la capacità di un sistema vivente di adattarsi ai cambiamenti subiti dall’ambiente intorno a lui, senza subire traumi o danni di alcun genere.

La Tillanzia, pianta tipica dell’America del Sud, esprime al meglio questa qualità essendosi adattata alla siccità dell’habitat traendo tutte le sostanze di cui ha bisogno esclusivamente dall’aria.

L’installazione è realizzata con sfere di vetro in cui sono alloggiate le tillanzie e la didascalia comprende anche una riflessione di Stefano Mancuso sulla resilienza delle piante rispetto agli altri esseri viventi del mondo animale. La grande differenza sta nel fatto che mentre gli animali hanno organi vitali, che una volta colpiti, possono determinarne la morte, le piante hanno le funzioni vitali distribuite su tutto il loro “corpo”. Una pianta può essere privata di oltre il 70% della sua massa senza comprometterne la vita e, con la sua capacità di rigenerarsi, è in grado di tornare alla sua consistenza originaria in pochi mesi, dice Mancuso.

I Combustibili fossili sono frutto della decomposizione del carbonio, avvenuta attraverso i millenni, e la loro combustione ha determinato l’inquinamento della nostra atmosfera.

Al centro del dibattito negli ultimi anni vengono trattati da Saraceno con un’installazione che praticamente inverte il rapporto tra aria e inquinanti.

Una serie di palloncini sospesi a mezz’aria mediante un preciso contrappeso, hanno legata alla base del filo una penna caricata con inchiostro ricavato dallo smog raccolto nell’aria di Mumbai. I palloncini fluttuano e si muovono ad ogni minimo spostamento d’aria, causato anche dai visitatori, facendo muovere le penne che tracciano segni su fogli di carta posti sul pavimento, affermando la persistenza dell’inquinamento nel nostro ecosistema.

Un modo originalissimo per tenere alta l’attenzione su inquinamento, surriscaldamento globale, disastri ambientali e sulla responsabilita dell’uomo, che vi interagisce in ogni suo movimento!

Chiudo queste note con l’invito a visitare la mostra e con un testo di Thomas Saraceno che racchiude il senso dell’iniziativa.

Le emissioni di carbonio riempiono l’aria, il particolato galleggia nei nostri polmoni, mentre le radiazioni elettromagnetiche avvolgono la terra. Tuttavia è possibile immaginare un’era diversa, l’Aerocene, caratterizzata da una sensibilità proiettata verso una nuova ecologia di comportamento.

Gli ecosistemi devono essere pensati come reti di interazione al cui interno ogni essere vivente si evolve insieme agli altri. Focalizzandoci meno sull’individualità e più sulla reciprocità, possiamo andare oltre la considerazione dei mezzi necessari per controllare l’ambiente e ipotizzare uno sviluppo condiviso del nostro quotidiano.

Lasciamo che la ragnatela ci guidi.

 

e.r.g.o.

p.s.: e.r.g.o. è l’acronimo del mio nuovo essere digitale e significa egidio raimondi green optimizer… quello che faccio lo spiego nelle sezioni del blog e nei prossimi post!

Se non vuoi aspettare e hai qualcosa di urgente di cui chiedermi non esitare a contattarmi scrivendomi a egidio@egidioraimondi.com oppure lascia un commento

 

 

Leave a Reply