Edificio Malato?…No grazie!

edificio malato

Cos’è la Sick Building Syndrome?

Quando si può considerare “malato” un edificio? Quali sono i sintomi? E soprattutto, quali le terapie?

Non essendo l’edificio un essere animato, bisogna riferirsi agli esseri viventi che lo abitano e considerarli soggetti spia, cartine di tornasole, sentinelle. In altre parole, dall’analisi delle patologie e dei malesseri degli abitanti è possibile risalire alle cause, e quindi alle situazioni di criticità ambientali da rimuovere.

Ovviamente non è che si debba aspettare che qualcuno abbia dei malesseri per intervenire ma è possibile effettuare delle analisi ambientali, visive e strumentali, più o meno invasive, a seconda della problematica che si vuole affrontare. I risultati delle analisi danno un quadro “clinico” generale sullo stato di salute dell’edificio, in base al quale è possibile “progettare” una terapia di intervento.

Ma perché è importante vivere in ambienti sani? La risposta è che, con particolare riferimento agli ambienti chiusi, comunemente detti indoor, vi trascorriamo, mediamente, oltre l’80% del nostro tempo.

Eh sì, proprio così. Prova a pensare alla tua giornata tipo e ai luoghi in cui la trascorri: la casa, l’ufficio, la fabbrica o comunque il luogo di lavoro, la scuola, la palestra o la piscina, il bar, il ristorante, il pub, la discoteca, il teatro, il cinema, l’albergo….. Ebbene, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha stimato che nel mondo occidentale il tempo trascorso in questi ambienti è di oltre l’80% della giornata!

Ma vediamo quali sono le possibili tematiche, legate alla salute, riscontrabili negli edifici.

  • Qualità igro-termica, che dipende dalla temperatura e dell’umidità in ambiente;
  • Qualità dell’aria, che dipende dalle sostanze in sospensione nell’aria ambiente;
  • Campi elettromagnetici, che dipendono dalle emissioni ad alta e a bassa frequenza;
  • Qualità visivo-percettiva, che dipende dall’illuminazione, dai colori, dalle forme, dalle visuali verso l’esterno.

Ognuno di questi aspetti merita uno o più articoli di approfondimento ma è utile anticipare qualche concetto di base per un primo inquadramento.

La temperatura e l’umidità presenti in un ambiente chiuso influenzano notevolmente la qualità della vita e dipendono da come sono costruite le strutture che delimitano l’ambiente (muri, pavimenti, soffitti), dalla tipologia di serramenti esterni e dal tipo di impianto di riscaldamento. Molto dipende anche dall’uso che si fa dell’ambiente, in base alle abitudini e alle consuetudini di chi lo abita.

In generale, una persona ha una temperatura corporea di 36°C ed ha uno scambio termico con l’aria e con le superfici che delimitano l’ambiente in cui vive. Pertanto, se la temperatura degli elementi che lo circondano è troppo bassa disperde calore ed ha la sensazione di freddo. Al contrario, se è circondato da temperature più alte, non disperde e la sensazione è di caldo, con conseguente eccesso di sudorazione.

Per essere salubre un ambiente deve essere correttamente e uniformemente riscaldato o raffrescato, deve avere un buon ricambio d’aria a seconda della destinazione d’uso (una casa è diversa da una scuola o da un cinema…), una buona esposizione al sole nell’arco della giornata e deve avere un livello di umidità compreso tra il 40% e il 65% in funzione della temperatura.

Immagino che ti sia capitato spesso di entrare in una stanza con dentro tante persone (a scuola, in ufficio, in palestra…) e sentire il bisogno di aprire la finestra perché l’aria era viziata. La qualità dell’aria ambiente è uno degli aspetti più sottovalutati e sta assumento caratteri sempre più problematici con la diffusione di sistemi per il risparmio energetico (serramenti a tenuta, pareti e tetti fortemente isolati, ecc…). Il punto è che non siamo pienamente consapevoli delle sostanze che possono essere in sospensione nell’aria e che possono entrare nel nostro corpo, per inalazione, ingestione o contatto. Polvere, pollini e particelle portate dall’esterno, capelli, particelle organiche da desquamazione della pelle, forfora, pelo di animali domestici, fumo di sigaretta, grassi ed emissioni dalla cottura dei cibi, emissioni dall’impiego di detersivi, solventi e altre sostanze contenute negli arredi, nelle pitture murali, nelle finiture del parquet, ecc…. (i cosiddetti VOC).

Tutte queste sostanze, a seconda del tipo di impianto di riscaldamento presente in ambiente, vengono messe più o meno in movimento, favorendone o meno l’assunzione da parte delle persone. Un segnale evidente della presenza di particelle in sospensione sono i “baffi” neri in prossimità dei radiatori o negli angoli delle stanze. Altro non sono che le polveri che, carbonizzate per le alte temperature in prossimità dei radiatori, vanno a depositarsi nelle immediate vicinanze. Quelle che non si depositano, con molta probabilità, si depositano nel nostro corpo, nelle nostre mucose, nei nostri polmoni e nelle altre vie respiratorie, nel sangue….

Ed è così che spesso le analisi ambientali rivelano livelli di inquinamento in ambienti interni più alti di quelli rilevati in una strada trafficata!

Dedicherò molti articoli all’approfondimento di queste problematiche e alle soluzioni che possono essere adottate per ridurle o eliminarle.

p.s.: e.r.g.o. è l’acronimo del mio nuovo essere digitale e significa egidio raimondi green optimizer… quello che faccio lo spiego nelle sezioni del blog e nei prossimi post!

Se non vuoi aspettare e hai qualcosa di urgente di cui chiedermi non esitare a contattarmi scrivendomi a egidio@egidioraimondi.com oppure lascia un commento qui sotto.