Città Green: Stoccolma

Stoccolma

Quando le persone, l’ambiente naturale e l’ambiente costruito sono in equilibrio.

Quest’estate sono stato a Stoccolma, terza tappa di un viaggio tra le città nordiche che vantano altissimi standard in materia di sostenibilità, e ti racconto le mie impressioni di viaggiatore con gli “occhi verdi”.

La prima impressione che si ha arrivando è la totale mancanza di stress tra la gente. Non si vedono scene isteriche nel traffico, non si sentono schiamazzi e urla di giovani in branco, non si viene assaliti da mendicanti e venditori abusivi, non si ricevono spintoni sui mezzi pubblici, non cè calca nei musei, nelle biglietterie, nelle stazioni, ecc…

Conseguenza o causa di tutto ciò, la perfetta efficienza del trasporto pubblico urbano, con una rete estesissima di bus puntualissimi, puliti e nuovi, alimentati da biodiesel, che si integra con una metropolitana che ha le stesse caratteristiche e una rete di traghetti tipo Venezia ma … senza le fumate nere di nafta bruciata!

Il sistema di bigliettazione è tutto elettronico e nessuno può salire su un bus senza pagare la corsa. Striscia su un apposito lettore una tessera prepagata ricaricabile o utilizza una app sullo smartphone!

La mobilità privata si svolge prevalentemente in bicicletta, grazie anche a molti servizi di bike sharing e ad una fitta rete di piste ciclabili “vere” che hanno la priorità su tutti gli altri mezzi, tranne che sui pedoni, in una perfetta scala di valori dove la persona è al centro dell’ecosistema urbano.

La seconda impressione è la grande quantità di spazio pubblico urbano, inteso come luogo di aggregazione, di relax, di sport ed esercizio fisico in genere, di socializzazione, di identità. Non c’è piazza, cortile condominiale, angolo, rotonda, waterfront, bordo strada, parco, giardino… in cui non sia previsto dell’arredo urbano, delle attrezzature o delle infrastrutture per viverci momenti della giornata. Tavoli da ping pong, giochi d’acqua. passeggiate, orti collettivi, giochi per bambini “naturali” (fatti con tronchi, ghiaia, sassi, pacciamatura, vecchi pneumatici, corde…) sculture, installazioni mobili, panchine su cui ricaricare il cellulare o altri dispositivi, WI-FI di libero accesso, sistemi ombreggianti o di riparo dalla pioggia, skate-park, attrezzi per ginnastica outdoor… e dimentico qualcosa!

Lo spazio privato è ridotto al minimo indispensabile. Non ci sono giardinetti-francobollo recintati, né steccati, cancelli, inferriate (nemmeno ai piani terra), accessi blindati, allarmi antifurto, telecamere di sorveglianza, cani mordaci… Niente di tutto ciò!

Il tutto immerso nel verde. Sì, tanti alberi in città e lussureggianti parchi in cui perdersi in bicicletta, magari con un bike tour guidato, che consiglio vivamente.

Il verde è concepito come elemento naturale forte, non da assoggettare alle logiche umane di “disegno” dello spazio. E’ lo spazio umano che gira intorno al verde naturale e lo rispetta, integrandolo. Anche le ultime zone di espansione della città, lontano dal centro e lungo l’immensa rete di laghi, lagune e “brani” di mar Baltico, sono integrate e immerse nei due elementi naturali dominanti: il verde e l’acqua.

Capita regolarmente di vedere gli abitanti di questi quartieri correre o camminare sui pontili di legno che costeggiano il lago, alternando un tuffo nelle acque tonificanti (a fine agosto la temperatura massima dell’aria era 19°C) a un bagno di sole su una roccia. Altri vanno in canoa o kayak, nuotano con la muta e la boa segnaletica, vanno a pescare con piccole barche spinte da silenziosi motori elettrici, fanno un pic-nic sulla riva o su una roccia affiorante.

L’impressione che si ha è di un grande senso di libertà. Libertà di fare quello che si desidera in quel momento, senza preoccuparsi del giudizio di altri che, per altro, pare non abbiano nessuna voglia di giudicarvi. Le case sono “aperte”, la vita all’interno visibile attraverso le grandi superfici vetrate, necessarie per captare la luce e la radiaizone solare benefica (scarse in inverno), gli spazi esterni di pertinenza vissuti assiduamente, le barche ormeggiate tranquillamente ad un albero, le canoe rovesciate sulla riva, le biciclette appoggiate senza catene e lucchetti, i giochi dei bambini incustoditi vicino casa, i propri spazi fortemente personalizzati, senza dover decidere il colore delle tende da sole in estenuanti assemblee di condominio!

La libertà ha la sua massima espressione nei tanti che, in pieno centro storico, anche in prossimità di edifici come il parlamento o i palazzi della corona, pescano indisturbati. Dai ponti, da pontili costruiti apposta, dai moli… e portano via il pescato (carpe, lucci, salmoni, storioni…).

Una parola che viene subito in mente quando sei lì è integrazione. Non esistono il quartiere cinese, quello arabo o quello africano. Tutti coloro che non sono svedesi, e sono tanti, principalmente mediorientali, slavi, russi…, sono “costretti” a vivere insieme agli svedesi. Così non possono non integrarsi, non possono creare enclaves o ghetti chiusi, che alla lunga potrebbero diventare pericolosi covi di risentimento e odio razziale. Così gli “stranieri” si arricchiscono e vanno ad arricchire la società che li ha accolti, in un processo virtuoso per tutti! Questi sono i risultati di sagge politiche nazionali e amministrazioni locali efficienti! Basterebbe copiarli…

Un’altra cosa “strana”? non esistono le periferie, così come le conosciamo noi. Nel senso che non esistono quartieri dormitorio, privi di servizi, dipendenti da un centro storico sovraccaricato dai flussi turistici che si aggiungono a quelli dei cittadini locali.

La città è policentrica. Ogni zona ha la sua quota di residenze e la sua dotazione di servizi: edifici pubblici, scuole con dotazioni impiantistiche sportive degne di squadre di serie A, edifici commerciali e/o ricreativi e culturali. Le strade, i marciapiedi, l’illuminazione, il verde … sono curati in ogni parte della città, senza differenze tra i salotti buoni e le aree di risulta o di margine.

L’edilizia è da sempre, per evidenti ragioni, ad altissime prestazioni in termini di efficienza energetica, con murature che hanno mediamente 30 cm di isolamento termico e finestre con tre vetri e doppia intercapedine. Anche quando fuori la temperatura scende a 10°C il riscaldamento resta spento e il piumino addosso da fastidio!

Una cosa che mi ha colpito, durante la visita al museo dell’architettura e del design, è stato vedere, accanto alla storia dell’edilizia e urbanistica svedesi, dalla capanna vichinga alle ultime tipologie abitative sostenibili, gli spaccati dei muri come li vediamo alle fiere di settore, con evidenziati i sistemi di isolamento. Si afferma così un legame inscindibile tra forma e funzione che noi spesso dimentichiamo!

Per fortuna, a ricordarcelo trovo il modello della cupola del Duomo di ser Filippo Brunelleschi, in bella mostra tra gli archetipi dell’architettura di tutti i tempi!

La quasi totalità dell’edilizia è prefabbricata, con una netta prevalenza di sistemi costruttivi a secco. Così i cantieri procedono veloci, sono più “puliti” e si ha il controllo certo di tempi e costi. Un giorno ci arriveremo anche noi, abbiamo appena cominciato ma, a causa di alcune esperienze degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, ancora identifichaimo la prefabbricazione con il concetto di “tirato via” e di bassa qualità…

Poi, finita la vacanza, prendi il treno che ti porta in aeroporto e scopri che, oltre ad essere progettato esattamente per quello scopo, con grandi spazi per i bagagli, cestini per la raccolta differenziata dei rifiuti, tendine che vanno su e giù a mano (non elettricamente e quindi funzionano sempre e consumano solo energia umana!) ganci per la giacca, porta riviste, porta bibite, presa per ricaricare i dispositivi elettronici… oltre a tutto questo dicevo, è alimentato da energia elettrica al 100% rinnovabile! What else?!

Ovviamente potrei scrive molto di più ma questo post vuole essere un flash emotivo sulle sensazioni provate e che condivido con te. Se se d’accordo o hai avuto sensazioni diverse da questa città parliamone: lascia un commento o scrivimi in privato.

p.s.: e.r.g.o. è l’acronimo del mio nuovo essere digitale e significa egidio raimondi green optimizer… quello che faccio lo spiego nelle sezioni del blog e nei prossimi post!

Se non vuoi aspettare e hai qualcosa di urgente di cui chiedermi non esitare a contattarmi scrivendomi a egidio@egidioraimondi.com oppure lascia un commento qui sotto.

 

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