Il mondo nelle fotografie di Steve MacCurry
Qualche giorno fa ho visitato la mostra di Steve Mac Curry a Palazzo Strozzi. Mai titolo fu più azzeccato di questo perchè ogni foto esposta è una vera e proprio icona: del paese, della società, della politica, della storia dei luoghi in cui è stata scattata.
La cosa che più mi ha colpito oltre alla straordinaria abilità tecnica del fotografo, che è stato reporter di guerra, inviato di National Geographic, documentarista, è la capacità di condensare in un solo scatto quello che si sarebbe potuto dire di un luogo in ore di conferenza… in anni di vita vissuta.
Le foto sono spesso ritratti. Volti espressivi, vivi, tridimensionali ma, soprattutto, volti che parlano e che incantano.
E quando non ci sono volti in primo piano, ma si tratta di foto di paesaggi, c’è sempre una persona a dar loro vita.
Insomma la presenza più importante, imprescindibile, assolutamente protagonista è sempre la persona. Un soggetto umano. Non c’è una foto senza persone, senza presenza umana, a testimonianza che per l’artista l’uomo è al centro del mondo.
Si tratta di un moderno antropocentrismo che riporta il focus della riflessione sull’umanesimo, come nel Rinascimento che tutti abbiamo presente nella rappresentazione che fece Leonardo dell’uomo vitruviano.
Questi uomini e queste donne però, a differenza della visione Leonardesca, non rappresentano la perfezione (geometrica) ma, al contrario, rappresentano le imperfezioni, i traumi, i travagli, i drammi, le tragedie del mondo contemporaneo, dilaniato dalle crisi economiche, dai contrasti sociali, dai conflitti bellici, dalle calamità naturali dovute ai cambiamenti climatici, facilitati se non causati dal saccheggio delle risorse del nostro pianeta da parte dell’uomo predatore!
Sono volti, corpi, atteggiamenti, espressioni… plasmate dai fatti vissuti e dal percorso compiuto fino ad arrivare davanti all’obiettivo di Steve che, con rara sensibilità, ha saputo immortalare e rendere eterni!
La cosa che mi ha colpito è che, pur essendo la persona il soggetto più importante dello scatto, sulle didascalie c’è scritto il luogo dove è stata scattata quella foto e che essa intende rappresentare. D’altra parte, non c’è mai il nome di quelle persone ritratte, così importanti e così rappresentative, a testimonianza che non contano i nomi o, ancor più, i titoli e i ruoli che questi ricoprono ma, solo ed essenzialmente, la loro storia, i loro vissuti, le loro esperienze, i loro traumi e le loro gioie che, nel corso degli anni, hanno impressionato i loro volti proprio come se fossero pellicole fotografiche!
Quindi, riassumendo: i soggetti sono persone, anonime, che rappresentano luoghi, resi noti. Si tratta di un gioco finissimo per mettere a fuoco la relazione indissolubile che esiste tra ambiente naturale, ambiente costruito dall’uomo e l’uomo stesso, raccontando storie con immagini straordinarie e due righe di didascalia.
Le “persone al centro” sono un tema fondamentale nella mia ricerca di architetto e di uomo. Credo che si debba ripartire dalle persone… tutte le persone, quelle che incontriamo tutti i giorni, quelle che hanno dei bisogni da soddisfare, spesso inespressi, che devono ritrovare la voglia di vivere e di essere protagoniste di questo mondo, delle scelte che le riguardano.
Sono questi i veri eroi, gli eroi di cui il mondo ha bisogno! Non servono più demiurghi e leader autoritari ma spesso non autorevoli, la cui azione sempre di più si rivela inefficace se non dannosa per i territori e le comunità.
Proviamo a ripartire dalle persone che ci mettono la faccia, come quelle nelle foto di Steve, e mettiamoci anche la nostra di faccia, con tutti segni che porta con se, con tutto quello che racconta… Ognuno di noi ha una storia da raccontare e tante storie da ascoltare.
Buona vita!
p.s.: e.r.g.o. è l’acronimo del mio nuovo essere digitale e significa egidio raimondi green optimizer… quello che faccio lo spiego nelle sezioni del blog e nei prossimi post!
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